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Le popolazioni antiche di Etiopia erano di orgine semitica e avevano la loro capitale Ci racconta lo storico greco Erodoto (485 - 425 a.C.), definito il Padre della Storia, nel suo libro I :
Dall'Arabia meridionale, nel III secolo a.C., erano giunte nel Tigrè e nell'Eritrea le popolazioni semitiche che diedero vita al regno aksumita, e nel 330 d.C. con Ezanà si convertirono al cristianesimo. Lo testimonia il simbolo caro al culto del sole e della luna presso molte popolazioni dell'Arabia. La conoscenza dei dischetti metallici avvenne quasi certamente dai contatti commerciali con i Romani, ma le monete aksumite, nate verso il 270 d.C. con Re Endubis, furono le uniche in Africa a non derivare da modelli esterni romani/greci. Erano spesso in bronzo, argento, oro o elettro, mostravano immagini di re, simboli religiosi prima politeisti in seguito cristiani, testimoniando la prosperità e il potere marittimo axumita. Servirono per propaganda, commercio e per tracciare la cronologia reale. Grazie alle monete siamo in grado di conoscere i nomi di molti sovrani e le loro imprese che ci sarebbero altrimenti sconosciute, anche se spesso molte monete e i loro busti incisi appaiono anonimi. Ecco una prima caratteristica della monetazione aksumita: chi batteva moneta non ci teneva affatto a far comparire il proprio nome o la propria immagine; in compenso quando il busto appare, si ripete quasi identico al rovescio. Un altro strappo alla regola si trova anche il nome del sovrano chiamato "Nagasi" (da cui deriverà il titolo di negus) significante letteralmente "chi esige il tributo"; così le tasse sembrano nate con la moneta.
Altre caratteristiche peculiari delle monete aksumite sono da cercare nei tratti delle figure, molto stilizzate e col volto inespressivo, simili in ciò alle monete bizantine. L'occhio è inciso di fronte non di profilo, un particolare che ci ricorda il volto di Pallade Atena sulle civette attiche; l'orecchio è ridotto al minimo, quasi un punto interrogativo; infine niente capelli, la benda reale copre ogni ciocca. * Ma esiste un altro particolare che non si riscontra in nessuna monetazione antica o moderna: non solo prevale l'oro ma anche sulle rare monete d'argento e di bronzo appaiono intorno alle figure e alle croci bellissimi intarsi d'oro, usanza particolarmente costosa e difficile ma realizzata ottimamente al punto che molte monete rovinatissime li mostrano quasi intatti ancora oggi.
12 Onkiai = 1 Litra • 5 Litrai = 1 Attic standard drachm
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Il regno di Aksum (Axum) nell'antica Etiopia esistette dal 100 d.C. al 940 d.C. era una parte dell'Africa subsahariana conosciuta al mondo esterno prima dell'arrivo degli arabi nell'XI secolo d.C. Ne è prova l'antico manoscritto greco-romano intitolato Periplus del Mar Rosso, scritto nel II secolo d.C., dimostrante che l'Impero Romano stava commerciando con il Regno di Aksum già nel II secolo d.C.! * Aureo oro - grammi 2,75 - mm 16 Re Endybis (ca 270 - 300 d.C.) La storia delle monete aksunite inizia con Menelik, figlio di Salomone e della Regina di Saba, il quale secondola tradizione portò l'Arca dell'Allenza dal tempio di Gerusalemme nella provincia etiopica del Tigrè. Il re Endybiss fu il primo a battere monete del regno, il quale trae il proprio nome dalla capitale: la città santa di Aksum, sede dell'incoronazione del re sino al XIX secolo. Le emissioni sono in oro, argento e bronzo. La monetazione aurea è quella più comune e segue la metrologia romana: il pezzo in oro corrisponde approssivamente circa ad un quinario o a mezzo aureo a un titolo molto alto. * I primi re aksumiti non sono cristiani ma con Ezanas (350 - 370 d.C.) compare sulla moneta la croce e da allora tutti i titolari del trono di Aksum seguiranno la religione di Cristo. Alla mezzaluna e al sole simboli islamici si sostituisce così la croce. La monetazione autonoma aksumita, inziata con Endybis terminerà nella metà del VII secolo d.C. con Armah. Tragli studiosi che si cimentarono nello studio di questa interessante serie monetale, che trova ancora pochi riscontri archeologici certi, ricordiamo Arturo Anzani con un articolo sulla RIN del 1926, Francesco Vaccaro su Italia Numismatica del 1967 e Wolfgang Hahn, il quale nel 1983 ha aggiornato e riscritto la cronologia reale aksumita. Il Periplus del Mar Rosso, noto anche come "The Periplus Maris Erythraei" o "Circumnavigation of the Red Sea", è la fonte di informazione più importante per il commercio marittimo dell'antica Roma nel Mar Rosso tra Roma e l'Africa orientale. Scritto nel primo secolo d.C. da un mercante greco e conservato oggi, è un breve manuale per i commercianti che salpavano dai porti del Mar Rosso dell'Egitto romano per acquistare e vendere nei vari porti lungo la costa dell'Africa orientale, nell'Arabia meridionale, e l'India occidentale. Il professor Lionel Casson, il famoso storico americano, ha usato l'antico manoscritto greco-romano come fonte principale per il suo lavoro sull'antica marineria e il commercio, che lo ha reso preminente in questo campo della storia antica. In effetti la città del Sudan (Nubia o Kush) conosciuta come l'antica Meroe e l'antico Corno d'Africa come le antiche città in Etiopia (Aksum), Eritrea e Somalia (famose antiche città pre-islamiche di Malao e Opone) erano tutte impegnate in una sorta di commercio redditizio di cibo e altri oggetti con l'Impero Romano tra il I e il IV secolo d.C., e successivamente con l'Impero Bizantino dal V° secolo fino a quando gli arabi subentrarono nel commercio redditizio nel IX° secolo. Quindi parti del Corno d'Africa erano conosciute dai romani e dai bizantini molto prima dell'arrivo degli arabi.
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* Monete del Mondo - Fabbri Editore
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