La moneta di Parti e Sassanidi


L'Impero dei Parti, vincitori di Crasso a Carre, severamente sconfitti da Traiano oltre 150 anni dopo, furono per tre secoli fieri avversari della potenza di Roma. Bloccarono la via delle Indie ma di contro non riuscirono mai a giungere al loro scopo di conquistare uno sblocco sul Mediterraneo.


La pesatura dei metalli preziosi era un sistema già antiquato come forma di scambio monetario. Le monete coniate non erano infatti una novità nelle zone più sviluppate dell'Impero, ove il battere moneta era una pratica in voga da lungo tempo. in coincidenza con l'inizio della fase storica documentata da testimonianze scritte, Babilonia aveva già superato l'età del baratto e raggiunto uno stadio economico più avanzato che presentava tutti i fenomeni considerati necessari per la costituzione di una economia monetaria. La stessa scrittura si ricolelga al suo manifestarsi; le stesse tavolette ci danno il primo esempio di qualcosa che possiamo considerare scrittura e rappresentano una specie di registro commerciale elencante i più antichi ideogrammi e insieme costituiscono la più antica forma di contabilità.

 

Nelle monete a destra: tre grandi re sassanidi persiani, ciascuno con una caratteristica corona, compaiono ciascuno su altrettante monete coniate durante i loro regni. Sulla moneta in basso è ritratto Ardashir I (224 - 241) fondatore della dinastia, colui il quale uccise il re dei Parti Artabano V. Sulla moneta al centro è ritratto il suo successore Sapore I (241 - 272), colui che sconfise le legioni di due imperatori romani.
Sulla moneta in alto compare Bahram II (276 - 293) ma assieme a lui sono ritratti anche la mogli e un figlio, il quale regnò un anno come Bahram III. Questa è l'unica moneta reale sassanide che mostra un sovrano con la sua famiglia reale.

I

una delle regioni crebbe fino a diventare l'Impero dei Parti, fondato verso il 250 a.C. da popoli i origine nomade e di lingua persiana. Il suo centro originario si trovava nei pressi del Mar Caspio, ma l'impero si estese sino a comprendere la maggior parte di quello che era stato il territorio dei Seleucidi, toccando il culmine dell'estensione territoriale intorno al 50 a.C.

I sovrani parti erano per cultura non meno ellenisti dei Seleucidi. Particolarmente attenti al commercio, provvidero a creare caravanserragli o stazioni di sosta lungo la maggior parte delle più importanti vie carovaniere. Tuttavia le fonti cinesi e romane lamentano il fatto che i Parti riservassero ai propri mercanti e alle proprie carovane i tratti interni della "Via della Seta", sebbene incoraggiassero il commercio estero sino ai loro posti di frontiera.

La più importante delle rotte orientali nell'Asia sudoccidentale partiva dal centro carovaniero romano di Palmira in Siria, passando a est per Babilonia, e proseguendo per la Persia settentrionale fino a Merv. Qui la via si biforcava: da una parte giungeva in India passando a sud per l'Afghanistan mentre dall'altra giungeva in Cina poassando a nord per la Sogdiana, per l'Oxus e per lo Xinjiang cinese. Alle volte quando l'influenza dei Parti sulle loro province di confine era debole, era possibile effettuare una deviazione a sud intorno al loro impero. Questa iniziava dalla città carovaniera romana di Petra ai bordi del deserto, piegava a est verso la bassa Mesopotamia e attraverso la Persia meridionale e il Belucistan proseguiva infine per l'India.

Impero persiano

I vari tagli erano in terzi quarti, sesti e dodicesimi. L'oro seguica il campione euboico mentre l'argento era calcolato in talenti babilonesi che pesavano 78 mine euboiche. Venti sigloi equivalevano a un darico. Il rapporto tra oro e argento era così di 13,3 a 1.

Bahram II, Dracma 276-293, Iran, SNS II, 33 4.06g x 27mm, Argento D/ mzdysn bgy wrhr’n mrkan mrka ‘yr’n w ‘nyr’n mnw ctry mn yzd’n (adoratore di Lord Mazda, Dio Bahram, re dei re dell’Iran e non e di chi ha lignaggio dagli dei in Pahlawi). Busti sovrapposti del Re e della Regina; di fronte, il Principe. R/ nwra wrhr’n (fuoco di Bahram in Pahlawi); il Re e la Regina a fianco di un altare; sopra, il simbolo Faravahar e il simbolo degli eredi. qSPL, R2.


Si deve a Dario I (522-486 a. C.) l'introduzione di una nuova monetazione reale in oro (darico) e in argento (siclo). I darici (gr 8,35-8,40) sono caratterizzati dalla raffigurazione del re persiano, a figura intera, armato di arco, frecce e lancia. La loro coniazione si prolungherà fino alla conquista dell'impero achemenide per opera di Alessandro Magno nel 330 a.C.

Yazdgard I, Dracma 399-420, Rayy (Distretto Nord, Iran), SNS III, 51 3.91g x 30mm, Argento qSPL
D/ mzdysn bgy l’mstly yzdklty mlkan mkla (adoratore di Lord Mazda, Dio e Delizia dell’Impero, Yazdgard, re dei re
a Pahlawi); busto con corona. R/ yzdklty (Yazdgard); LD (zecca in Palawi); due attendenti con in mezzo un altare.