Il sistema bimetallico


Sistema monetario in cui due metalli, l'oro e l'argento, hanno qualità di base monetaria, cioè in cui le monete legali dotate di potere liberatorio illimitato sono sia le monete d'oro sia le monete d'argento. Pertanto tale sistema presume libera coniazione, fusione, importazione ed esportazione dei due metalli e l'esistenza di un rapporto legale, fisso, di scambio fra essi, rapporto che deve essere uguale a quello commerciale.


Bimetallismo: sm. [sec. XIX; da bimetallico].

Il bimetallismo è detto zoppo o incompleto quando, uno dei due metalli per l'aumentata offerta si deprezza e lo Stato per bloccare la speculazione (dovuta al divario fra parità legale e parità commerciale creatosi fra i due metalli) ne sospende la libera coniazione.

Sistema monetario consistente nella circolazione di due monete (e dei rispettivi multipli e sottomultipli) di differente metallo, con corsi o parità stabiliti dalle autorità emittenti in misura, generalmente, di poco superiore ai valori di mercato dei metalli monetabili. Ciò per compensare, almeno in parte, i costi della coniazione e nel contempo impedire la rifusione delle monete da parte dei privati per ricavarne un utile.

La storia della Gran Bretagna è più istruttiva che quella della Francia sotto il rapporto del conflitto dei due metalli, perchè i fenomeni monetarii ci si presentano più chiaramente. Presso noi sono più confusi, perchè si complicano coll'alterazione quasi continua delle monete.

olitica monetaria basata sull'uso di due metalli, generalmente oro e argento, come moneta legale, coniati senza limiti ed equalizzati fra loro secondo un rapporto legale fisso, espresso in termini di peso, generalmente con un numero di once di argento equiparate a 1 oncia d'oro. Stabilito per legge, tale rapporto non riflette necessariamente l'abbondanza relativa dei due metalli e pertanto può, sempre per legge, essere modificato. Questo rapporto di peso non è in relazione con il rapporto commerciale, ossia il valore, fra i due metalli, che è invece libero di fluttuare.

I sostenitori del bimetallismo affermano che il rapporto legale fisso previene la quasi totalità delle fluttuazioni nel valore commerciale dei due metalli e quindi tende a stabilizzare i prezzi dei prodotti e a semplificare il mercato dei cambi. Molti economisti, tuttavia, si oppongono al bimetallismo affermando che, se un metallo ha un valore commerciale minore del valore legale (moneta "cattiva") mentre per l'altro (moneta "buona") vale il contrario, il primo "scaccerà" il secondo dalla circolazione, conformemente alla legge di Gresham. Difficoltà pratiche, nella circolazione concomitante dei due metalli, hanno portato ad adottare un sistema monometallico, con l'oro come base.

Ma come in natura non esiste alcun rapporto determinato tra l'oro e l'argento , cosi nessuna legge potrebbe sottoporli ad un permanente pari di cambio. Ad ogni variazione che sopravvenga nel loro valore relativo sui mercati del mondo, sia per l'aumento, sia per la diminuzione, della quantità o della domanda, il pareggio si troverà modificato. Ed è questo precisamente che avvenne.

La scelta di uno o dell'altro sistema scaturiva fiumi di inchiostro tra gli economisti dell'Ottocento.

Sua storia

Ilbimetallismo compare nel VI secolo a. C. in alcune città-stato, ma la sua diffusione fu lenta e limitata alla Macedonia e all’impero achemenide.

In Persia, Dario I (521-486 a. C.) fissò il rapporto oro argento nei valori di 1 a 13,2, dando un Darico d’oro di 8,34 grammi contro 20 sicli d’argento, ciascuno di 5,5, grammi. In seguito, a causa della maggiore produzione d’oro, questo rapporto non poté reggersi, tanto che sotto Filippo II di Macedonia fu stabilito in 1 a 10. Tale lo mantennero Alessandro Magno e i diadochi.

La Roma repubblicana conobbe inizialmente il bimetallismo argento-bronzo, fissato con la ratiodenararia del 269 a. C. di un denario d’argento di 6 scrupoli (uno scrupolo = 1,137 grammi circa) contro 10 assi di bronzo di 72 scrupoli l’uno, con un rapporto argento-bronzo di 1 a 120.

Con la riforma di Giulio Cesare lo Stato definì anche la ratio tra l’oro e l’argento e quindi distintamente quella tra questi due metalli con l’oricalco (ottone) e con il bronzo. In effetti si ebbe un plurimetallismo, ma dato il ruolo dell’oro per i grandi pagamenti e dell’argento per i vilia ac minuta commercia, la circolazione ebbe i caratteri del bimetallismo. Con la riforma di Cesare Augusto il rapporto legale oro-argento fu stabilito in 1 a 12,5, mentre nel mercato era più favorevoleall’argento. Il rapporto argento-bronzo fu fissato in 1 a 48, per cui la moneta di bronzo divenne un semplice gettone. Infine i rapporti oro-oricalco e argento-oricalco risultarono rispettivamente di 1 a 350 e di 1 a 28. Con l’inizio del principato la libera coniazione fu sospesa. I vantaggi del bimetallismo rispetto al monometallismo furono trovati fin dall’antichità nel contenimento delle oscillazioni del valore di mercato dei vari metalli in presenza della scoperta di nuovi filoni, ma anche, e forse soprattutto, nella necessità di disporre di una moneta a più alto valore, senza dover ricorrere a coniare grosse e pesanti monete di un metallo meno pregiato.

Tuttavia nel generale benessere dei secoli d’oro dell’impero romano il bimetallismo permise di contenere le oscillazioni di prezzo dovute alla domanda sia di oro che d’argento per usi non monetari. In queste circostante si preferì adeguare pesi e anche contenuti di fino della moneta di minor valore. Anche la riforma di Nerone, nonostante fosse complessa fino a introdurre elementi della circolazione fiduciaria del denarius e a ritoccare lievemente anche il peso dell’aureo, osservò questa norma pratica.

Il bimetallismo ebbe alterne fortune. Declinò progressivamente con la crisi dell’impero romano d’occidente, mentre rimase in vita in quello d’oriente. Nel Medioevo scomparve per poi riapparire con l’affermazione dei Comuni per durare fino al marasma del XVII secolo. Nel frattempo si erano riscontrate notevoli difficoltà, specie in Firenze dopo il fallimento di molti banchi in seguito all’insolvenza del re d’Inghilterra. Nell’occasione il quattrino d’argento fu sacrificato per salvare il fiorino, moneta internazionale.

Prima del passaggio al monometallismo aureo, o gold standard, il bimetallismo ebbe una nuova fioritura con le leggi monetarie degli Stati Uniti e ritornò n auge anche in Europa, Russia compresa. Fece eccezione la Gran Bretagna, che fino alle leggi monetarie del 1816-21 rimase ancorata al monometallismo argenteo, basato sullo scellino.

Verso il volgere del secolo XIX l’eccessiva produzione d’argento pose fine al bimetallismo puro, cui subentrò il cosiddetto bimetallismo zoppo, caratterizzato dalla sospensione della coniazione dell’argento, mentre se ne consentiva la circolazione delle monete in essere. Il diffondersi della carta moneta e dell’assegno, la scomodità della moneta metallica, il notevole aumento della produzione di oro, mentre continuava la crisi di eccessiva produzione di argento, portarono al monometallismo aureo. L’argento decadde a moneta divisionaria.

Gli Stati Uniti adottarono il bimetallismo, caldeggiato dal segretario del Tesoro Alexander Hamilton, nel 1792. La Francia, nel 1801, lanciò un piano per basare ufficialmente la circolazione su una moneta d'argento da cinque franchi, ma, dopo la scoperta dell'oro in Australia e in California e la caduta dei prezzi dell'oro rispetto all'argento, favorì la coniazione dell'oro.

(per esempio nei sistemi bimetallici vigenti nel sec. XIX il rapporto legale fra oro e argento era in genere di 1 a 15,50, cioè l'oro valeva 15,50 volte di più dell'argento).

PRODUZIONE E SMONETAMENTO DELL'ORO

Il bimetallismo, elemento politico importante in Francia e in altre nazioni europee, divenne un fattore cruciale negli Stati Uniti durante l'ultimo quarto del XIX secolo, un periodo caratterizzato dalla costante caduta dei prezzi e dalla depressione commerciale.

La politica del bimetallismo zoppo terminò con la legge sul Gold Standard del 1900 e con il graduale miglioramento delle condizioni economiche che fece dimenticare la questione; in seguito alla Grande Depressione del 1929 si ripresentò in forma grave e si tornò allora ad aggiungere l'argento alla base monetaria aurea degli Stati Uniti. In seguito, il bimetallismo scomparve progressivamente, insieme alla base aurea, dai sistemi monetari di tutto il mondo.

L'Olanda ha preso l'iniziativa: dal mese di giugno 1850 , smonetava le sue pezze di 10 fiorini come anche i suoi guglielmi. Il Portogallo non ha se guilo codesto esempio che a mezzo, decidendo che le monete d'oro cessassero di aver corso nel regno ad eccezione delle sovrane inglesi . Il Belgio , il quale, per fare abbondare il metallo più prezioso nei suoi mercati, non solamente aveva
dato corso alle nostre pezze di 20 e di 40 franchi, ma aveva anche battuto nel 1847, una moneta di fantasia e di cattiva lega , si è affrettato di smonetare le monete d'oro tanto indigene che forestiere. Con un ukase del 20 dicembre 1850, la Russia volendo mantenere l'equilibrio ha proibito l'esportazione del l'argento . Il governo francese medesimo, mosso dalla novità e dalla subitaneità
delle circostanze, ha nominalo una commissione « all'uopo, dice il ministro
delle finanze nel decreto del 14 dicembre 1850 , di studiare le questioni che si
rannodano all'impiego simultaneo dei due metalli preziosi, l'oro e l'argento ,
come monela legale nella circolazione » .

Dai poteri pubblici, il terrore è passato per un momento agli interessi privati , ed il valore dei metalli preziosi, ha subito, sul mercato europeo una perturbazione sensibile. Nello spazio di pochi mesi, il premio dell'oro è scomparso per cedere il luogo ad uno svilimento , il quale non era frenato che dalla tariffa legale . Dal 1 ° luglio al 25 dicembre 1850, il prezzo delle sovrane inglesi è
ribassalo a Parigi di circa 2 per 00. Alla borsa di Amsterdam , il ribasso dell'oro arrivava, lo stesso anno , in sul finir del dicembre, alla proporzione enorme del 4 per 00. Álla stessa epoca , l'argento aveva oltenuto sul inercato di Londra un premio all'incirca equivalente : da 4 scellini 11 denari e mezzo l'oncia , il prezzo dell'aryento si era elevato a 5 scellini , 1 denaro, 5 oltavi . Il rapporto dell'oro all'argento , che la legge dell'anno 11 ha fissato presso noi a 15 oncie 1/2
d'argento fino per un'oncia d'oro senza lega , e che il premio costante dell'oro in
Europa , aveva portato a 15 oncie 314 , tariffa della Spagna, discendeva a 15 1/4 ,
in Olanda, nel Belgio , ad Amburgo , dappertutto, infine , dove l'oro cessava di es
sere moneta per diventare semplicemente mercanzia : era quasi la tariffa della
Russia , contrada nella quale l'abbondanza dell'oro e dell'argento ha fallo fis
sare il rapporto dei due metalli a 15 oncie d'argento fino per un'oncia d'oro .
Qualunque fosse nondimeno lo svilimento pel presente , lo si vedeva nell'av
venire ben altrimenti forte . Le fosche predizioni della stampa accrescevano le in
quietudini del pubblico ; nei giornali d'ogni colore e d'ogni paese, si annunziava
come un avvenimento infallibile , che sotto l'influenza combinata delle estrazioni
della California e delle lavature della Russia, il valore dell'oro , fra poco , non
rappresenterebbe più che 9 o 10 quello dell'argento. Mentre stormi di emigranti
si precipitavano, con pericolo della loro vita , sulle Montagne- Rocciose, giravano
per risparmio il Capo Horn , o pigliavano nella loro impazienza, la strada più
corla , ma anche più dispendiosa dell'istmo di Panama, andando al conquisto
del vello d'oro , questi tesori , dei quali essi esageravansi il prezzo , svilivano già
oltre misura : quello che ci era di più positivo e di più prezioso al mondo sei
mesi prima sembrava relegato per un termine prossimo nel dominio delle chi
mere. All'auromania di tutte le epoche succedeva , fra i popoli più incivilili , una
specie di aurofobia.

La Gran Bretagna è stata la prima a far fronte alla disfatta. Mentre il com mercio continentale si spaventava all'idea di un accrescimento considerabile nel l'importazione dell'oro, il banco d'Inghilterra non ha temuto di cercare di frenare l’esportazione . Sul cominciare dell'anno 1851 , essa ha portato da 2 e mezzo a 3 per 010 la misura dello sconto , e quasi subito il cambio si è alzato : la lira sterlina che per un momento era caduta, a 24 fr . 70 cent . , cioè da 2 per 00,
è risalita in pochi giorni a 24 fr . e 95 cent., oscilla oggidi tra 25 fr . 35 cent., e 25 fr . 45 cent., il che rappresenta un premio di mezzo a tre quarti per 00. Ne questo è tulto , la zecca di Parigi , la quale riceveva l'oro a milioni nel diceinbre 1850 e nel gennaio 1851 , ha veduto rallentarsi questo movimento nella prima vera del 1851, al punto che quello che prima le era recato in un giorno non le veniva più in una settimana . A quell'epoca le oscillazioni del mercato sembra
vano aver raggiunto il loro termine, la calma rientrava nelle immaginazioni ed
i valori monetarii si riaccostavano al loro livello legale. Il momento pareva
dunque più propizio per esaminare se la perturbazione alla quale si aveva assi
stito dipendesse da accidenti passaggeri o da cause durevoli .