Le monete ellenistiche


Dopo la divisione dell'immenso Impero di Alessandro tra i suoi generali sorsero
nuovi regni definiti "ellenistici". Nei primi decenni del III secolo a.C. si
stabilizzarono i tre maggiori : Macedonia, Egitto e Siria, ricchi di monete.


Il periodo ellenistico che seguì, offre in modo particolare luminose informazioni riguardo ai tipi
di economia adottati, ci apre un panorama come pochi ne possediamo di quei tempi lontani,
per la grande quantità di fonti originali dovuta alle ricche scoperte papirologiche e per la loro grande elaborazione scentifica.


Fu di straordinaria importanza che Alessandro Magno, dopo la conquista della Persia,
desse un grosso impulso all'economia monetaria. Dal tempo della coniazione di monete
fatta da Dario, le vecchie prestazioni in natura in quel paese si percepivano in denaro,
ma questo denaro riscosso non fu messo in circolazione e in gran parte tesaurizzato dai re.
Alessandro trovo nei castelli reali di Susa, Persepoli, Ectabana, da lui conquistati, grandi
tesori di metallo nobile che vi erano giacenti ma abbondonò questo sistema e fece coniare
una grande quantità di metallo.Tale significativo aumento del circolante maturò ben presto importanti conseguenze economiche.
Ne sentiamo l'effetto persino in Egitto, il paese dai tempi antichi più legato all'economia
naturale, divine evidente un aumento dell'economia naturale e U. Wilcken ha parlato a questo proposito di un mmercantilismo.


La coniazione in massa di monete sfruttando i metalli preziosi degli sconfitti Re di
Persia, fu seguita da un incredibile sviluppo dello scambio di merci nell'ambito
dell'Impero macedone, ma questo non avvenne certo grazie all'applicazione di
particolari teorie monetarie o economiche, bensì per l'ambizione del sovrano di
vedere la sua effige coniata circolare dovunque, anche per fini propagandistici.

Nei primi decenni del III secolo a.C. si stabilizzarono i tre maggiori regni ellenistici: Macedonia, Egitto e Siria. Città quali Alessandria, Antiochia, Pergamo, divennero popolosi centri di
commercio e di cultura abbelliti da sfarzosi monumenti.

L'età ellenistica fu molto felice dal punto di vista economico: il grande territorio aggregato da Alessandro continuò ad essere un grande mercato anche durante il periodo dei suoi successori
e gli stessi sovrani favorirono decisamente le produzioni locali e i traffici, permettendo una buona circolazione monetaria, incentivata tra l'altro anche dalle spese belliche.
Le monete e la loro circolazione divennero abbondanti e nuove per l'epoca ma provocarono
forti squilibri tra una regione e l'altra; questa esplosione di libero scambio di merci,
privilegiò l'area del Mediterraneo orientale, col risultato di precipitare la Grecia in una grave
crisi economica, tramutatasi poi in una grave crisi generale.

Le monete dei successori di Alessandro rispecchiano bene la vivacità di scambi e di attività commerciali dell'epoca e da un punto di vista artistico risentono della splendida arte e
tradizione numismatica greca. In un primo tempo, per ragioni economiche continuarono i
tipi di Alessandro riproducendone anche il ritratto.In seguito nel desiderio e nelle necessità
di affermare la propria individualità, i nuovi sovrani iniziarono a coniare monete con la
propria immagine creando una serie di ritratti tra i più interesanti dell'antichità; inoltre corrispondevano ad una visione realistica e non idealizzata del mondo circostante,
la quale proprio in quegli anni si andava affermandosi ( monete celtiche...).

L'Egitto non aveva mai avuto monete propria, e inaugura la coniazione con monete a nome
di Alessandro, l'iconografia è molto simile anche se la pelle di leone (simbolo di Ercole)
è sostituita da una testa di elefante. Poi dal 305 quando Tolomeo si proclama re, inizia la monetazione originale a nome del faraone con il suo ritratto, inaugurando così la tradizione
di rappresentare nelle monete il sovrano ancora vivente e non solo dopo la sua morte.
Il simbolo della dinastia dei Lagidi egiziani era un'aquila, che infatti si trova su moltissimi tetradrammi, in dimensioni ridotte sulle prime emissioni di Tolomeo I, a tutto campo su
alcune monete successive, come gli esemplari di Tolomeo IV (221 - 204), di Tolomeo V
( 205 - 180) o di Tolomeo IX (116 - 107).

La monetazione egiziana è molto ricca di tipi e sontuosa nei materiali e nella pezzatura; sotto Tolomeo III Evergete (247 - 221) appaiono ottodrammi e tetradrammi in oro recanti i busti
accollati di Tolomeo Sotere e della regina Berenice; infatti la caratteristica peculiarie della monetazione tolemaica è proprio l'uso frequente di due ritratti affiancati.

Ricordiamo anche il bellissimo dritto di un tetradramma in argento coniato sotto Tolomeo IV Filopatore in cui compaiono due bei profili con elaborate acconciature, e la bella serie di
monete dei Tehoi Adelfoi, i divini fratelli Tolomeo II e Arsinoe II.
Altra nota tipica è la meravigliosa galleria di ritratti femminili, dimostranti il potere detenuto
dalle donne e la considerazione di cui erano fatte oggetto ai sommi vertici della dinastia.
Anche il ritratto di Cleopatra VII, ultima regina dell'antico Egitto (69 - 30 a.C.) compare su
monete battute ad Alessandria, ad Antochia oltre che su denari romani in cui è ritratta con
Antonio; data la sua proverbiale bellezza, si rimane forse delusi di fronte all'immagine
tramandataci dagli incisori. Gli artefici dei ritratti dei sovrani egizi, pur elaborando molti
aspetti innovativi, devono rispettare la concezione locale del re-dio, e non concedono
troppo al realismo colorito e vivace.

Il Wilcken ci indica una diretta testimonianza per caratterizzare l'economia mercantilistica del tempo e come documento per la vittoria della nuova economia monetaria. Il ministro delle
finanze di Filadelfo, Apollonio,aveva ricevuto in dono dal re parecchie grandi terre. Zenone,
il quale amministrava allora quel grande patrimonio, aveva dato l'incarico di comprare del
fieno contro grano da sementa. A questo proposito egli ricevette la seguente risposta:
"Nessuno qui vuole vendere contro cereali ma contro denaro d'argento!".

Soprattutto nel periodo ellenistico le condizioni non erano dovunque simili all'Egitto:
Il regno dei Seleucidi nell'Asia Minore rappresenta un altro aspetto. I domini reali ebbero
colà una grande importanza dall'epoca persiana in poi e anche l'imposta fondiaria, la più
rilevante era qui prestata in natura. Le città greche dell'Asia Minore, come già sotto Alessandro, erano libere da imposte. Per aver maggiori mezzi, Antioco il Grande si valse dei tesori dei
templi, come per esempio in occasione del tributo di guerra ai romani.

Contrariamente all'Egitto si ritrova invece negli affascinanti ritratti dei Seleucidi,
svincolati dalla visione teocratica del sovrano. Nelle monete della Siria infatti i volti
appaiono caratterizzati dai tratti somatici ma cosa ancora più interessante presentano
anche un certo studio nel riprodurre un espressione particolarmente definita e non più
"olimpicamente congelata" in una maschera asettica o con lo squardo perso nel vuoto.
Se si osserva il bellissimo ritratto di Antioco I Sotere (281 - 261) incontriamo un sovrano
segnato dalle preoccupazioni, con lo sguardo segnato dalle veglie, le rughe dell'età e della
tensione. Questo regno a lungo indomito, sia prima sia dopo la conquista romana aveva
come simbolo il cavallo cornuto: la scelta non è casuale, si ricorda Bucefalo il destriero di
Alessandro, espressione di potenza intelligente e ambiziosa.

Dalla Siria la moneta passa in Battriana e di qui in India, diffondendosi nei regni indo-greci,
sino ai successivi regni indiani. Nella prima metà del II secolo a.C. la monetazione si diffonde
anche tra i Parti, sempre sul modello dei tipi battuti dai Seleucidi.
Degni di nota sono i ritratti dei re di Pergamo, di Bitinia e di Battriana mentre un'altra monetazione degna di interesse è quella dell'Armenia, il cui esemplare più rappresentativo è un tetradramma in argeno al cui diritto si trova un bel profilo del re Tigrane (95-56 a.C.), reso più interessante ed esotico dal caratteristico copricapo ornato da stelle e aquile, sormontato da punte triangolari.
Al rovescio è rappresentata la Tyche di Antiochia sul modello della celebre statua in bronzo
realizzata per la 121° Olimpiade (296-293 a. C.) dal bronzista e scultore greco Eutichides,
allievo di Lisippo; la ricca iconografia è completata dalle onde del locale fiume Oronte che scorre ai piedi della figura.

Anche nel regno macedone i domini reali erano uno dei fondamenti essenziali sui quali si
posavano le finanze dello stato. Anche le foreste del paese erano in gran parte possedimento
regio. La fonte di introiti più redditizia erano però i giacimenti di metallo nobile, le miniere
di oro e argento del Pangeo.

 

 

Già prima della conquista romana circolavano sull'isola Brittania monete d'oro, d'argento e
di bronzo d'ispirazione macedone, come gli Stateri di Filippo II o gallica, battute dalle tribù
o dai regni locali. Verso il 10 a.C. (quindi prima della conquista dell'Imperatore Claudio) le
monete cominciano a perdere il loro stile celtico per avvicinarsi a quello romano.