Criteri di valutazione di una moneta antica


Una guida per la valutazione delle monete antiche, presentata con alcuni esempi di una collezione reale.



Esprimere una valutazione riguardo ad una moneta da collezione, sia dal punto di vista strettamente economico sia sul piano del suo interesse storico-numismatico, non è certamente facile; diversi infatti sono i fattori che concorrono a definire tale valutazione, spesso caratterizzati da una elevata dose di soggettività e da un considerevole numero di variabili, che di volta in volta possono assumere valenze diverse.

Quando poi si tratta di monete antiche, la valutazione è ancor più complessa, dato che ai soliti criteri di giudizio si aggiunge un fattore di primaria importanza, specifico di questa branchia della numismatica : la patinatura.

In generale, le componenti essenziali per la valutazione di una moneta dell'antichità classica sono:

1) LO STATO DI CONSERVAZIONE
2) IL GRADO DI RARITA'
3) L' INTERESSE STORICO
4) LA PATINATURA

1) LO STATO DI CONSERVAZIONE

Fondamentale, soprattutto per una buona quotazione commerciale; è l' integrità del conio e la possibilità di lettura delle iscrizioni. Per le monete antiche è evidente che si tratta di una qualità non facilmente riscontrabile, anzi, il più delle volte, per ovvi motivi, le monete presentano un notevole grado di usura e livelli considerevoli di corrosione, alternati a consistenti incrostazioni di origine calcarea che ne deturpano i rilievi e ne offuscano le leggende.

I principali gradi di valutazione dello stato di conservazione sono:

FDC (Fior Di Conio) - Moneta assolutamente integra, mai manipolata. E' pressoché impossibile
parlare di FDC per pezzi che hanno duemila anni , per lo meno inteso in senso stretto, così come si
applica alle monete di recente emissione.
In realtà è meno infrequente di quanto non si creda trovare assi e sesterzi dell' Impero Romano
assolutamente integri, con una sottilissima patinatura da ossidazione che ne esalta i rilievi e senza la minima presenza di riporti calcarei. Si tratta di pezzi assolutamente originali che devono la loro
stupefacente conservazione ad una plurisecolare permanenza in una situazione ambientale ottimale, al riparo da agenti esterni, in totale assenza di umidità e di possibilità di manipolazione.

Spesso di tratta di esemplari che hanno fatto parte di corredi funerari, conservati in vasetti di vetro o di terracotta, ermeticamente sigillati con cere o mastici, o di monete che, per ovvie ragioni di sicurezza, erano state nascoste in occasione di invasioni, guerre, e calamità naturali, utilizzando per lo più cassette in metallo o in legno, piccoli scrigni perfettamente sigillati, onde poterle preservare, oltre che dalle razzie e dai ladri, dall' altrettanto dannosa opera di corrosione degli elementi chimici disseminati nel terreno e dall' umidità.


SPL (SPLendida) - Pur non presentando l' assoluta perfezione della precedente tipologia, questo tipo
di conservazione si caratterizza per una eccezionale integrità del conio, unita ad una patinatura
omogenea della superficie della moneta.

Esemplari in collezione: il piccolo asse della "Guerra Dacica" di Traiano; il sesterzio della "Fortuna" di Adriano, caratterizzato da una rara e pregevole patinatura nera-lucente; il sesterzio di Massimino della"Victoria Germanica", il sesterzio di Agrippina Maggiore di Caligola, e tanti altri esemplari, tra cui diversi denari in argento, dai Flavi ai Severi, da Marc'Aurelio a Caracalla, per non dire di due pezzi greci di particolare pregio: il grande tetradramma di Alessandro-Ammone, di Thessalonika, e lo statere (o didramma) di Taras col delfino, di Taranto.

qSPL (quasi SPLendida) - E' un livello di conservazione che si avvicina alle caratteristiche del grado
SPL, ma che presenta alcune imperfezioni, per lo più legate alla patinatura, o ad una certa usura della superficie.

Esemplari in collezione: Il denario repubblicano di T.Manlio Torquato, l' asse di consacrazione di Augusto con l' aquila sul globo; il raro asse di Vespasiano delle cornucopie e, sempre di Vespasiano, il bel sesterzio della "Pax"; il sesterzio antoniniano dell' "Indulgentia", dalla pregevole patinatura verde chiaro; l' esemplare della "Fortuna Aeter" di Gordiano, assieme al grande bronzo di "Marte con trofeo" di Alessandro Severo.

BB (Bellissima) - Si tratta del grado di conservazione più frequente in una collezione antica di buon
livello. Per ovvii motivi, maggiore è l' età, maggiore la probabilità di trovare difetti, abrasioni, incrostazioni o distacchi di patina. Sono monete che denotano tutta la loro vetustà, per certi versi si tratta di un pregio, un fattore che testimonia del "vissuto" del pezzo, qualificata garanzia della originalità del medesimo.

Comunque i rilievi del conio e delle leggende, in una moneta "BB" mantengono intatta la loro
possibilità di interpretazione; sovente è la mancanza di una buona patinatura a declassare una "SPL" a "BB", a volte la presenza di segni isolati, di graffiature, una certa levigatura delle iscrizioni.

Esemplari in collezione: La maggior parte dei pezzi e' classificabile come "BB"; tra questi l' asse "Unciale" del III° secolo, l' asse di "Minerva" di Claudio e l'analogo pezzo della "Nike" di Nerone; il sesterzio della"Liberalitas" di Marc'Aurelio e il sesterzio dello stesso imperatore da "Caesar"; il grande modulo della "Pax" di Commodo; il raro esemplare traianeo dell' "Aqua Traiana" e i due sesterzi a patina nera di Alessandro Severo.

MB (Molto Buona) - La denominazione che usualmente si collega alla sigla "MB" è decisamente
ottimistica; si tratta in realtà di esemplari appena passabili, leggibili sì, ma con evidenti segni di
usura che ne deturpano il conio e le leggende. A questo livello di conservazione il pezzo mantiene una sia pur modesta valenza commerciale; se si tratta poi di monete di notevole interesse storico o di particolare rarità, nonostante lo status lasci un po' a desiderare, possono comunque raggiungere
significative quotazioni di mercato.

PB (Poco Buona) - Moneta appena decifrabile, con scarso, o nullo, valore commerciale; mantiene quel tanto di leggibilità che ne permette l' attribuzione, anche se la notevole usura del conio e delle leggende costringe spesso a veri e propri esercizi di deduzione dei medesimi.
Esemplari in collezione: pochi, anche perché al di sotto di un certo livello di qualità si rischia di rovinare la"reputazione" dell' intera raccolta !

2) Il GRADO DI RARITÀ

Assai facile da stabilire per la numismatica moderna, dal momento che tutte le emissioni sono documentate e per ognuna si conoscono perfettamente la zecca di provenienza ed il numero degli esemplari coniati; per le monete dell' antichità invece è assai arduo stabilirne il livello di diffusione, mancando notizie certe sull' entità delle emissioni ad esse relative. Fondamentale, per la numismatica "Imperiale", rimane la catalogazione del francese Henry Cohen che, alla fine dell' '800, realizzò la ciclopica impresa di classificare, descrivere e valutare tutta la produzione monetaria dell' antica Roma.

Alle conclusioni del grande numismatico transalpino si fa ancor oggi riferimento quando si tratta di
catalogare e definire una moneta romana; in particolare, la sua scala dei gradi di rarità è tutt' oggi
considerata fondamentale.

I diversi livelli stabiliti dal Cohen, ripresi per la classificazione degli esemplari di questa collezione,
sono, in ordine ascendente:

C….. Comune
NC… Non Comune
R….. Rara
R1… Molto rara
R2… Rarissima
R3… Eccezionalmente rara
R4… Conosciuta in pochi esemplari
R5… Unica o quasi unica

Il massimo grado di rarità che si riscontra tra gli attuali esemplari della collezione è il livello R2,
sicuramente attribuibile a tre monete del I° secolo d.C. : il sesterzio "in memoriae" di Agrippina
Maggiore di Caligola del 37-38 d.C, l' asse con cornucopie e caduceo del V° consolato di Vespasiano, ed il sesterzio della "Vehiculatione Italiae Remissa" di Nerva, del 97 d.C.

Tra i "bronzi", altri esemplari caratterizzati da una rarità di un certo rilievo sono : i due tetradrammi
alessandrini del "Poseidon" e del "Serapide" di Nerone, il "grande modulo" della "Salus" di Tito e,
sempre dello stesso imperatore, l' esemplare commemorativo della Guerra Giudaica con la "Iudaea
Capta"; infine il sesterzio dell' "Aqua Traiana" di Traiano, l' analogo esemplare dell' "Annona" di
Antonino Pio ed il pezzo del "Princeps Iuventutis" di Commodo.

Di tutto rispetto il grado di rarità dei tetradramma greci di "Alessandro-Ammone" di Thessalonika e
di “Eracle” di Thaso e, tra i denari romani, alcuni pezzi della Repubblica e, in genere, gli esemplari
del I° secolo d.C. (Nerone, Vespasiano, Domiziano).

3) L' INTERESSE STORICO.

Fattore di primaria importanza in qualsiasi valutazione numismatica, riguardo alla produzione monetaria dell' antichità assume addirittura una valenza determinante.

Essendo per forza di cose assai vaghi e soggetti a revisioni i criteri su cui si fonda l' attribuzione della rarità, spesso troppo soggettiva la valutazione della patinatura e della conservazione, va da sé che un fattore di indiscutibile oggettività è dato dal "peso storico" di un pezzo, l' emissione legata ad un evento di grande risonanza storica, la fama, buona o pessima poco importa, del soggetto effigiato.

Nessuno mai potrà mettere in discussione il fatto che le monete di Augusto o di Nerone, di Tito, di
Caligola, o di Adriano, abbiano un fascino di gran lunga superiore alle emissioni di Gordiano Pio o di
Pertinace, di Balbino o di Pupieno; che le prime suscitano, ed hanno sempre suscitato, interessi assai più rilevanti delle monete di Filippo l' Arabo piuttosto che quelle di Traiano Decio o di Massenzio.

Proprio per il suo valore di "testimonianza diretta" di un antico passato, per la sua innegabile
funzione di "fonte storica" di prim' ordine, una moneta antica, indipendentemente dallo stato di
conservazione o dalla rarità, ha un interesse intrinseco proporzionale alla fama del suo
"protagonista".


4) LA PATINATURA.

Riguardo alle origini e alle infinite sfumature che la patina millenaria puòpresentare sulle monete antiche, già si è accennato in precedenza. Ora sarà sufficiente ricordare la notevole importanza che la secolare ossidatura del metallo assume nel determinare il valore di un asse o di un sesterzio, sia per le diverse ed esclusive tonalità di colore che può assumere, sia per la innegabile funzione di "garanzia" dell' autenticità del pezzo.

E' evidente che una bella patinatura non può che valorizzare la moneta, concorrendo in modo
considerevole ad aumentarne il pregio, sia per motivi di ordine estetico che in qualità di mezzo
insostituibile di certificazione dell' originalità della medesima.

 

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