La cyphrea: la primissima "Valuta internazionale"


Già millenni fa esisteva una particolare forma di pagamento accettata nei
tre continenti dell'antichità: le conchiglie, in particolare quelle denominate Cauri.


Una delle monete naturali più comuni è stata la conchiglia, usata largamente in Asia, Africa ma anche in Europa, la quale poteva servire come mezzo di scambio, come ornamento e per scopi pratici quali coltelli o perfino strumenti musicali.

Non era proprio una moneta nel senso di dischetto metallico ma una valuta riconosciuta come tale in pratica nel mondo intero, era quella costituita dai cauri, (nome dato a varie specie di conchiglie tra cui la più comune è la Cyphraea moneta), e ciò anche perché con tali conchiglie si potevano fabbricare ami, aghi, lame e collane che costituivano un ornamento assai ricercato. La loro bellezza e la vivacità e varietà di colori contribuirono all'attrazione dei popoli primitivi verso i cauri.

Accadde così che tale mezzo di pagamento si diffondesse in vaste regioni dell'Asia, dell'Africa e dell'Europa.

La Cyphraea moneta era in ultima analisi inalterabile e tesaurizzabile, oltre che facilmente trasportabile.

 


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Gli uomini si incantavano davanti a quelle finissime opere del mare tanto simili alla porcellana: nella lontana Polinesia, nelle isole Tonga, nelle Filippine, in Cina, sulle coste del Siam e nel
Bengala si contava, si commerciava, si risparmiava in cauri. I mercanti arabi li scoprirono
nelle Indie e li esportarono tutt'intorno all'Oceano Indiano. Dalla costa orientale dell'Africa,
i cauri raggiunsero l'interno del continente nero, penetrarono nel Sahara, nella Guinea, nel
Congo, nell'Angola. Dalla Polinesia alla Mauritania abbracciarono la metà della circonferenza
della terra. Servivano come gioielli per principi e dame, come feticcio per stregoni,
pagavano le imposte nel Dahomey, la dogana in Ghana...

Non si deve credere o intendere quella dei cauri come fosse solo un'usanza preistorica.

Una cronaca spagnola del 1624 narrà di navi arrivate nei Caraibi dalle Filippine, secondo
una consueta rotta commerciale dell'epoca, con numerose merci tra cui:

"... ma una grossa partita di conchiglie dell'Oceano Indiano rappresentava un articolo
commerciale più insolito. Queste piccole conchiglie erano assai apprezzate sulla
costa occidentale dell'Africa dai capi indigeni, i quali fornivano schiavi agli spagnoli."

Quando gli inglesi stabilirono il loro protettorato in Uganda nel 1894, la moneta corrente nel
paese erano appunti i cauri e vani risultarono tutti i tentativi di mettere queste conchiglie
fuori corso e d'imporre la moneta inglese. Si dovette stabilire una specie di parità di cambio
con la sterlina: 200 cauri a uno scellino e 4 pence, 3.000 ad una sterlina. Il bello è che sui
primi francobolli ugandesi istituiti nel 1895 e dattiloscritti a macchina su carta da lettera da un missionario (francobolli veramente unici al mondo!), il valore era indicato in cauri, da 10 a 60.

 

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Moneta della Guinea del 1960 denominata Cauris per ricordare appunto l'uso dei Cauri.

Provenienti dal fondo del mare e dal buio dei secoli, i cauri, prima al naturale, poi imitati
in porcellana, in rame e perfino in oro, rimasero per millenni sino alle soglie del
XIX Secolo, uno strumento universale di regolamento dei conti e pagamenti.